Negli ultimi tempi, a Cuba, i giovani hanno cominciato a sfidare le rigide leggi di accesso a internet, aprendo nuove aree virtuali per una profonda analisi e critica del sistema politico del Paese nel nome della libertà. Alla fine il regime cubano ha deciso di voltare pagina. Dopo anni di scontro tra autorità e blogger, ieri dall'Avana è arrivata la svolta. Il ministro delle Comunicazioni Ramiro Valdes ha determinato, con una risoluzione, la libera connessione. I cubani che, a causa dell’arretratezza tecnologica non dispongono di linee private, da oggi possono navigare in rete dagli uffici postali, trasformati in cyber café. E l’accesso è consentito a qualunque tipo di sito e non solo alla lista governativa di pagine consigliate, da non crederci. Prima i cittadini potevano accedere legalmente solo queste ultime. Termina così il monopolio statale sull’informazione e sul web, anche se i siti più anticastristi continueranno ad essere censurati.
venerdì 18 settembre 2009
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